Che tutto sia bene

Ventidue racconti, come piccole isole di utopia emerse dal dolore e dal disagio, formano un’inedita cartografia della società italiana

Il teatro sociale di Sorrentino resta erede della grande tragedia greca. Lo si vede bene in questo libro composto da una serie di racconti brevi che narrano episodi della sua vita teatrale e lo spirito che orienta la sua ricerca in questi ultimi anni.
Al centro, come in ogni esperienza teatrale degna di questo nome, resta sempre il rapporto stretto e cruciale tra la forza della parola e il potere espressivo del corpo.
È il carattere nobilmente classico che attraversa il suo teatro sociale. Innanzitutto la vita e la morte. Innanzitutto la parola e il corpo, il loro battito, il loro incastro. La parola che resiste, che insiste anche quando pare bloccata o stremata. La parola come una preghiera o la preghiera come la forma più pura della parola.

Mimmo Sorrentino è nato a Salerno nel 1963, vive a Vigevano. È drammaturgo, regista e docente di Teatro partecipato presso la scuola Paolo Grassi di Milano e in master universitari post laurea.

Ha pubblicato Teatro Partecipato e Teatro in alta sicurezza (Titivillus 2009 e 2018).

Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il premio Fotogrammi dal carcere al Festival di Nisida e il premio dell’Associazione nazionale critici del teatro; con lo spettacolo Ave Maria per una gattamorta è stato finalista al premio UBU e al premio Ater Riccione.
Che tutto sia bene è stato segnalato al XXXl premio Calvino (2018).