Come un giro in tagadà di Laura Meffe Paginini editore

In questa raccolta di racconti la consapevolezza è quella dell’indagine identitaria. La lettura diviene una passeggiata intima accanto alle sponde di un corso d’acqua dove ogni donna può vedere riflessa la parte più vera di sé. L’autrice sceglie parole che scorrono impetuose trascinando suoni di eventi passati, profumi di una terra amata, che evocano figure alle quali il tempo ha conferito un alone quasi leggendario, riportano a galla sensazioni che avevano trovato comodo rifugio nell’ombra. Fedora, Astarte, Kedi, Teresa, Lea e Marina sono volti che salgono sulla magica giostra della vita e si allontanano o si avvicinano mossi da una invisibile mano bizzarra tra sogno e realtà.

Laura Meffe, nata nel 1980, tarscorre la sua infanzia a Petacciato, un piccolo paese del Molise. Arriva a Firenze nel 1999 per frequentare l’ISIA, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche e nel 2004, conseguita la laurea, collabora con lo studio di comunicazione visiva Neolab dove diviene ben presto socia dell’azienda ricoprendo il ruolo di Art Director. Vive in un borgo ai piedi di Monte Morello a Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze. Viaggiatrice emotiva. Fotografa per passione. Cucina per non dimenticare e rammenda soprattutto calzini spaiati. Scrive quando è innamorata e quando ha i capelli scompigliati. Ama collezionare cataloghi d’arte e piccoli animali di palstica. Ha un super marito con i baffi più belli del mondo, proprio come i suoi gatti. È autrice del racconto Radici Sommerse pubblicato nell’antologia Racconti Abbruzzo- Molise edita da Historica Edizioni nel 2018. Come un giro in tagadà è il suo libro d’esordio.