L’uccellaccio di Kafka di Attilio Giudice ed. Caffèorchidea

Un autore convoca in un hotel tutti i suoi personaggi. Un pittore si innamora del soggetto di una sua incisione. L’uccellaccio di Kafka è solo un’invenzione, eppure Franz sente il suo peso, lo avverte come un pericolo che non gli concede tregua. Un filo sottile sottende alle mille peripezie di un giorno qualsiasi; su quel filo nascono e vibrano le storie di questi racconti. A volte i protagonisti sanno danzare, si concedono al rischio di un’avventura, ne escono vittoriosi. Altre li vediamo cadere, come personaggi di Balzac che rivivono nei loro turbamenti.
Con poche parole, nello spazio di poche pagine, i racconti di Attilio del Giudice offrono un mosaico plurale e irriverente sul mondo attuale, scovando le storie che popolano le periferie, le case più buie, i pensieri più reconditi. Fra le pagine lo spettro di un uccellaccio si aggira sovrano: è l’uccellaccio della letteratura.
Attilio Giudice vive tra Roma e Santa Marinella. Ha un passato di pittore e filmaker, operando da solo o militando nei gruppi d’avanguardia attivi in Campania negli anni 70 e 80. Alcuni filmati sono stati raccolti nell’archivio storico delle Arti Visive della Biennale di Venezia o sono stati oggetto di studi al Dams di Bologna e presso la cattedra di Cinematografia del Corso di Laurea in Lingue e Letterature straniere moderne dell’Università degli Studi di Trieste. Coinvolto nella scrittura narrativa, ha pubblicato nel 1998 Morte di un Carabiniere (ed.Minimum Fax), nel 2000 Città Amara (ed. Minimum Fax), nel 2004 Bloody Muzzare’ (ed.Leconte),nel2006 La Vita Incagliata (ed Leconte),nel 2008 Una Barchetta di Carta (ed.Gaffi).
Tra gli ebook: Storie dolci feroci e Veloci, L’azzardo, Nimber1, Sentimento e Risentimento. In collaborazione col figlio Massimiliano, fotografo sociale, per un connubio tra immagine fotografica e narrativa (Story- Frame) è autore di 49 racconti flash.