Racconti fiabeschi. Cronache dai mondi interiori

La raccolta contiene venti racconti tratti dalle tradizioni popolari della penisola italica, una per ogni regione, ricostruiti secondo quello che io ritengo sia il loro significato più nascosto e che altri magari potrebbe anche non riconoscere. L’ultimo è dedicato alla mia amata regione e ancora di più, alla mia amata città di Manfredonia, di cui peraltro non ho modificato nulla della vera storia, a dimostrazione del fatto che la realtà è sempre più stupefacente della fantasia.

Chiunque dovesse leggerli potrebbe, a giusto titolo, ritenerli delle favole oppure dei racconti di psicologia, ma se fosse Froid o Jung saprebbe che non vi è alcuna differenza. Possono essere giudicati belli o meno, validi o non validi ma questo sono o questo a me sembrano. Se dovessi descrivere la natura delle leggende o dei miti, direi che trattasi dei tipici espedienti popolari, adoperati per descrivere l’origine del mondo e la natura umana, che è uguale ovunque, a prescindere dal tempo e dal luogo di cui trattano o in cui vengono lette, ma anche dalla cultura, dalle opinioni sociali e politiche, esattamente come gli archetipi dell’inconscio collettivo. A questo proposito mi viene in mente la più famosa delle leggente: quella di Odisseo. Il protagonista delle due opere di Omero rappresenta l’uomo fuori dal tempo, cioè nella sua natura più profonda e per spiegarlo meglio ne vorrei riassumere la storia. Non desiderava

partecipare alla guerra di Troia, vince quasi da solo, riparte per la sua isola natia combattendo le peggiori avversità, sconfigge i pretendenti della sua consorte, recupera il suo misero trono e riabbraccia finalmente la sua famiglia. Chiunque potrebbe pensare che la storia finisca e qui e invece l’eroe resiste in questo quadro etereo per pochissimo, riparte in mare per i suoi viaggi avventurosi e vi perde la vita. Questo è l’animo umano: contraddittorio, denso di conflitti, ma soprattutto evolutivo. Da guerriero nato, combatte in continuazione le battaglie della vita nel sogno della pace e della tranquillità, ma quando le ottiene non gli bastano più, perché deve andare avanti, progredire, altrimenti muore o tende ad autodistruggersi. Nelle carte dei tarocchi è rappresentato dalla carta numero uno, vale a dire il mago: colui il quale ha davanti il suo futuro e lo costruisce e demolisce in continuazione, con le carte successive, nella sua piena e illimitata libertà della sua mente e della sua volontà. Questo, al fine di progredire e raggiungere l’ultima carta, la quale indica l’universo e che rappresenta il tutto, fino a quando rimette tutto in gioco e comincia un nuovo ciclo evolutivo.