Vite negate

“Un ambiente sociale che non ti prevede, già ti offende, figuriamoci se mai potrà difenderti.”

Mistificazioni, mascheramenti, censure e autocensure; anche di questo è fatta una vita, soprattutto le vite clandestine di chi ha dovuto nascondere la propria omosessualità per accordarsi a una norma eterosessuale, a lungo unica via per veder riconosciuto il proprio lavoro e i propri talenti. Persino la propria dignità. Dopo Due pub, tre poeti e un desiderio Silvia è un anagramma, Franco Buffoni torna a occuparsi di scrittori, musicisti, figure di potere, artisti e uomini comuni che hanno rivendicato o taciuto la loro identità. Fino ai casi di cronaca più recenti, questo prezioso lavoro è un catalogo di “storie di negazione dell’omosessualità avvenute anche quando i termini ancora non esistevano, ma i comportamenti, le negazioni e le sofferenze sì.” Attraverso i secoli e le geografie più disparate, l’autore ricompone e annoda i fili di una storia gay a lungo marginalizzata, e lo fa regalandoci un libro scritto con la lucidità dello studioso, la passione del poeta e il coraggio di un grande intellettuale.