Austero concentrato di falene
E quell’austero concentrare di falene,
pupillabisso di pianeti naufragati
nello scalo delle iridi violacee
a puntofisso, rimarginanti attese,
era solo parziale posizione di lunari capovolti,
e antichiese e schiene di risvolti,
sintesi esegetica di periodi e frese
e tibie attorno a bottiglie verdi
in abbandono,
il buiobalena leva l’ancora oltre i denti torti
ad ultrasuono, sul biancheggiare di breviari rotti,
stai serena che nessuno ti raggiungerà
oltre gli sbotti d’uggia delle mareggiate,
oltre la dinamica a sfere roteanti delle coste,
nessuno mai verrà a devastare il muro,
ma erano sere che pensavo a me,
anticadavere tra tanti
dentro fragranti villaggi di polene senza mostre,
oltre il sentiero scosceso delle iene,
nel verde, ad ascoltare il silenzio duro dato
dall’austero concentrato di falene.