Dopo la pioggia il sonno. Soffia la pioggia alla finestra.
Odo il calore del termosifone,
seduta inerte al banco vuoto,
ad assaggiare the alla menta;
mentre brulicano voci stordite,
un tuono balza nella testa.
È il mercato delle banalità,
dove i diritti pagano i bisogni,
e in tv volano alti gli insulti,
scordandosi le fughe dei cervelli,
da campi poveri di grano,
mentre la fame vive in città.
Sotto ancora lo stesso cielo,
il giorno segue il passo umano.
Dorme sulla sedia il padre per noia.