Estate
Sì stringeva di lontananze arroventate
la verde e polverosa parete di collina,
si distendeva tra Fiordalisi e papaveri nella sabbiosa estate di febbri afose.
E staccata dagli stampi d’azzurro
L’ombra improvvisa di un confine di fresco,
un soffio di crepe si posava
sullo smalto delle tue pietre,Vetulonia.
Ancora mi riparavo,tra siepi di campagna,
Tracciavo il profilo della dell’asciutta schiena
Tra curve rosse d’immobili arsure
Con tonfi di grano tra fiere di cicale.
Tinte di villaggi velati e deserti
tra ragnatele di toppe nell’ago del maestrale
tamburi di fuoco e profumi di fragole,
mi bruciava L’estate in una visione
tra lampi gialli di fiori che ronzavano
sopra collari di caldo nell’aria
nel coro di rame della mietitura,
Cornice di Linee riarse
di un canone immaginario e antico.