Il lombrico

Sono un tuo grande fan, lombrico, prodigio di natura,
che dell’asparago cantato da Manet e da Proust
sei il fratello animale, che come sulla banchisa
la foca iridescente e tozza avanzi balzelloni,

che del fondale del giardino sei la mite oloturia,
che senz’altro aspiri il terriccio fragrante con il gusto
con cui noi aspiriamo l’alito di Dixan delle case,
che passeggi in un tuo verziere rovescio di fittoni.

Non conosci la distinzione tra la bestia da traino
e la bestia da latte, né tra lo sforzo del pascere
e quello dell’arare — tutto per te ha pari valore;

tubo che ha la terra per mezzo e contenuto, sai
che ciò che ingurgiti è lo stesso dell’impronta che lasci,
e ciò che ti circonda forma la tua vita interiore.