Il sale del Ciaschi
CIASCHI – Ditemi, non è da matti entra’ ‘n codesti fummacchi puzzolenti?
UOMO – No. C’è un bel carduccio… giusto per passa’ l’inverno. E quando costà, è un freddo cane, qui si ride ben contenti.
CIASCHI – Contenti sì, caro signore, ma coll’anima appesa sull’Inferno.
CIASCHI – Non è ’l carduccio, costà c’è roba ben nascosta.
UOMO – E cosa vorreste ave’ da questo ameno posto dove vivo.
CIASCHI – È quella biocca bianca che vorrei, quella che s’incrosta.
UOMO – Sarebbe a di’?
CIASCHI – Il sale sedativo!
UOMO – Che diavoleria sarebbe? Son paroloni!
CIASCHI – È quella roba bianca.
UOMO – A me par gialla
CIASCHI – No… è quella lì che bolle nei lagoni.
UOMO – E ditemi… come fareste per piglialla?
CIASCHI – Basta manda’ l’acqua dentro ‘na cardaia e accende’ ‘l foco.
UOMO – O fatemi vede’ come fareste di persona.
CIASCHI – Io vengo, m’avvicino, ma… ve l’ho già detto, e mi fido poco.
CIASCHI – Attraversa’ così, senz’ave’ sotto a’ piedi terra bona.
UOMO – Non ve ne curate, di lì, sulla biancana… è un gioco.
CIASCHI – Aiuto sprofondo! Voi siete un Diavolo!
UOMO – In persona.
Alla memoria di Gian Antonio Ciaschi