Inno a Venere

Discendi gli astri invocata

ombra dei remoti mari,
onda dei notturni martiri,
sei tu crudele sirena o dolce fata ?

Nel vergine oceano nascesti
e al viaggiatore alato apparisti,
ai navigli cullati, tuoi astri apparisti,
Sei tu che nei sogni in eterno giacesti ?

L’astro più caro, l’astro più chiaro,
la vela, la ciurma e il marinaio
sognava il tuo cuore sacro.

Invece tu, recavi danno
alcun raggio, alcun faro
il tuo rantolo, il mar si fece calmo.