La cicala e la formica

Cicala, che sugli alberi hai dimora,
cantavi al sole vivo un sogno eterno,
senza curarti mai del triste inverno:
eri ricca e non lo sapevi ancora!

La formica, d’economia signora,
temendo della vita il fato alterno,
conservò per salvarsi dall’inferno
e, sazia, la vendetta sua assapora.

Il canto tuo fa or la fame fioco
e, tronfia, ride la formica avara,
sotto terra strisciando nella tana

In te brucia dell’arte il sacro fuoco:
delle comuni occupazioni ignara,
per sempre libera muori e sovrana!