Latitudine notturna
Irrimediabile e scostante un’altra notte
si avvinghia sulle mie stanche spalle.
Da compagnia il batter dell’orologio
mi affascina come una dolce scoperta.
E il timore del contatto umano colgo,
di finire tra i saluti convenevoli
di scorgere un lampo d’amore
che pure mai vidi passar di sfuggita.
Tremante sono a scendere le scale
senza motivo, come manovrato
da un’orchestra di mani invisibili
e fredde che segretamente deridono.
Senza dir nulla, senza proteste nutro
con passione questo sfacelo interno
ogni volta diverso e inconsueto
come l’infrangersi delle onde marine.
E mi prendo cura degli orti che a caso
incontro, costruendo e disfacendo
dei perimetri dove mi pongo
in contrasto dall’ambito quieto vivere.