L’ora attesa
Dietro il giardino volge cocente una barca la vela al levante,
verso ponente rami pigramente ondeggiano al vento ansimante.
Meriggia in un modo fatiscente: un movimento di cosa radiante,
l’andarsene dell’aria e, radente terra, l’ora in pausa, invariante.
La lingua è persa nel labirinto, fatuo incanto, dei sensi silenti;
la memoria senza traccia tormenta
le frasi fatte, enigma intinto nella mente; contigui accidenti
s’attardano in logica cruenta.
Il pensiero infante d’afa mima, sconcertato, l’intento
di un serale cercarsi distante.