Maremma

Dietro il forteto infuria il cinghiale;
moreschi arrembaggi, bombarda rimbomba,
tra torri ombrose, e forti sull’onda.
Zufolan fauni, dentro il maestrale.

Chimere immote, frangere biada,
oblunghe corna, rimeggiare sull’aia;
approdo, o fine d’ogni viaggio,
di greggi montane sperduto miraggio.

Spoglie spettrali, obliata speranza:
romiti, butteri e rii malandrini
il morso sentiron degli acquitrini,
videro in faccia la falce che danza.

Scivola il lupo, rista la paranza,
ristagnar specchi, frinir di cicale;
disegni lontani di monti d’opale.

Maremma, mal mare, malia, mala aria,
mal detta, maiala, maliarda sicaria;
amor… che anco amò ‘l perder l’ala.

Ghirigori tenui d ‘onde lontane,
incanto greve, mar di malinconia!
Al canto del chiu, la nostalgia,
si culla in miasmi, ansima con la Pia.