Notturno Quinto
Troppi pensieri, senza prestavoce.
Succede, allora, che il sonno non venga,
oppure che il risveglio sia precoce;
aspro e giallastro, come uva luglienga.
Parte la processione dei ricordi:
volti e parole, dalle mille stanze
della memoria, echi monocordi,
sagome che non hanno più sembianze…
Vorrei che non avessimo passato,
che una rivoluzione dei neuroni
scoppiasse, e tutto fosse cancellato.
E il tempo, infine, a furia di ablazioni,
sgretolasse questo filo spinato
che tiene soggiogate le emozioni.