Priva di corsi d’acqua

Priva di corsi d’acqua, in fondo al molo,
l’aria conta al catasto tre minuti;
nemesi e fuoco, maligna sopisce,
provoca sonni purché non si viva.

L’epoca di “Atlante Sopra”: conferma
e aspro imbrunire del Dio musicato;
libretto avariato, senza peccato,
il suo solo scopo è d’esser tarato.

Aspetto sete per non affogare
in acque luride, tra buchi liquidi:
arsura che disseta di mistero.

Chiudo questo bel cerchio e la ricerca:
arrivo al mio punto, dov’è presunto
medesimo metro fino al mio centro.