Sonetto elisabettiano ggiovane

Bella lì, raga’, ke scrivo ‘sta poesia
so’ messo sciallo, senza andare in sbatti,
ke mi prende una cifra ‘sta kosa, zia!
Scrivo sul cellu, poi whatsappo ai contatti.

Mo’ dove inizio? Tranqi, batto a nastro,
ke racconti ne ho scritti già un bordello,
ma un sonetto, ke storia! È un disastro.
Sono sclerato e sta kosa è un macello.

No, è da insuff! Shifto sul divano,
vado a spararmi Fedez con l’iPhone,
aveva ragione la prof di italiano
ke mi diceva, trenta anni or son:

“A scriver bene non riuscirai mai”.
E se mi sgama mia figlia sono guai.