VII

Fammi scrivere ancora, se a volte tuttavia
odio la penna che fila sul foglio le trame
che ignoro. Sui tetti ti dico battono lame
ardenti, nel cielo una retta disegna la scia

Di un volo che porta i pensieri in un presto
svanire nel fumo. Delle case un silenzio rimane
tradotto, passato il mezzodì, dalle persiane
la famigliare intimità separando dal resto

Del mondo. Ora il tempo sembra fermo
sui suoi passi ma io non l’assecondo: sulla carta
un abbrivio mi spinge a salpare e i luoghi vedo

Che mai occhi hanno violato, più veri. Credo
sia la vita dell’anima nella lingua che ne accerta
l’esistenza, il rango, essendone a volte schermo