Il contatto
Piango le lacrime sue mai viste piante,
trattenute a ovattare l’ingrato dolore.
Nascoste alla luce, chè un diverso colore
del volto temeva non fosse garante
del tanto già dato, servito e protetto.
L’attento ottimismo di lei verso i temi
del giorno, pur nel garbuglio degli schemi,
fu forza che le configurò l’aspetto.
Piango e non ci sarà speranza destante
ragione che eroda l’altezza del fatto.
Anche agendo nella formula più aitante
a vanto di dottrine e qualche baratto
resterà ai salti della volpe di Esopo.
Io di chi ho amato vivo al sole il contatto.