La casa dei nonni
La casa dei nonni ha chiuso gli occhi, cigolano imposte e pozzi,
dormono i ginocchi
di chi pregava l’alba più sincera
Un lume resta, fioco come i tocchi
che lasciava nonna sulla ringhiera. Scappa il profumo, e il tempo, e i giochi col gatto rosso e il vento di primavera
Ora ci passo e abbasso lo sguardo:
le ortiche fan la guardia ai giorni andati,
tra muri scrostati e un buon vecchio Dio in ritardo
Ma dentro sento i passi accennati,
e carezze vicino al mio occhio vispo, e un pane caldo tra le mani,
e i miei ricordi grati.