Sogno o son desta?

Salgo e scendo con Escher scalinate
che vanno al nulla eterno foscoliano,
poi corro a piedi nudi insieme al Vate:
nel pineto la pioggia batte piano.
Ma ecco che le scene son mutate
in un dantesco inferno, folle, insano,
mentre con Tolkien entrano le fate
e Dickens stende un velo vittoriano
su questo strambo sogno. Già la luna
tramonta, nelle querce irrompe il vento:
Saffo soffre e desidera, ciascuna
stella di Vincent brilla, e in un momento,
con visione bizzarra ed importuna,
Magritte riaccende il cielo ch’era spento.