Sonetto precario

di sicuro il marmo le statue antiche e le colonne sono eccelse amiche del tempo così come la plastica nulla sarà questa storia fantastica
non dubito dei poemi dei classici ma dove finiranno i nostri abbracci? ci riuscirà l’intelligenza artificiale? e come li salverà sul suo portale?
canto amore la tua vera bellezza mi prodigo in un’ode immortale e poi incespico nell’incertezza
quel che resta è un verso frugale