Zucchero sulle mie insicurezze
Un empireo di nostalgiche stelle
come parole in un sogno si sfuma,
l’anima nutre e le certezze consuma
dolcemente, al pari delle caramelle.
“Dove corri o mia fata ribelle,
che m’hai donato un vestito di bruma?”
La paura stuzzica sul capo la piuma,
che al cielo turchino si prostra imbelle.
“Leva il tricorno!” sussurra il mio astro,
che un piccolo uomo non può sfidare
il destino intrecciato sul nastro.
Ma un principe non si può inchinare
sulla soglia del più cupo disastro.
“Sino alla mezza fatemi sognare.”